DAILY NAUTICA – INTERVISTA CON IL FOUNDER & CEO GIOVANNI COSTANTINO

Giovanni Costantino a Daily Nautica: “Con il marchio Perini Navi cresceremo ancora”

Giovanni Costantino

The Italian Sea Group è il primo cantiere italiano nella costruzione di navi sopra i 50 metri. A dirlo è il Global Order Book 2022. Il suo presidente e fondatore, Giovanni Costantino, in questa intervista a Daily Nautica ripercorre i traguardi e i successi del Gruppo e dei suoi prestigiosi brand.

Quello di The Italian Sea Group, che nella progettazione di un superyacht mette sempre al primo posto le esigenze dell’armatore ma senza tralasciare l’ecosotenibilità, è un successo destinato a crescere ancora, grazie anche all’acquisizione di Perini Navi.

Siete tra i primi produttori italiani sopra i 50 metri. Quando siete partiti avreste mai pensato di poter arrivare a questo risultato?

Secondo il Global Order Book 2022 siamo il primo cantiere italiano nella costruzione di navi sopra i 50 metri. È una grande soddisfazione. Abbiamo raggiunto l’ottavo posto nella classifica generale in cui vengono elencati i cantieri che, rispetto alla lunghezza complessiva delle proprie commesse in costruzione, hanno performato in maniera più efficiente.

Attualmente contiamo 27 commesse in costruzione nel segmento degli yacht di lunghezza superiore ai 50 metri, per una lunghezza complessiva di 757 metri. Il risultato si è raggiunto con un decennio di impegno, di sacrifici e di risultati. In un mercato in piena crescita e forte espansione continueremo a rafforzare la nostra posizione tra i principali player mondiali, non solo in virtù dell’importante reputazione della nostra azienda ma anche dell’elevato profilo qualitativo delle nostre navi riconosciuto a livello mondiale.

Come sono cambiate nel tempo le richieste degli armatori?

I nostri armatori desiderano avventura e libertà, chiedono yachts in grado di navigare in qualsiasi condizione e luogo e vogliono ridurre la distanza tra gli ambienti interni e l’esterno per garantire un continuo rapporto con il mare. Ma soprattutto vogliono unicità, perfezione e la garanzia che ogni esigenza verrà realizzata senza compromessi.

Qual è la richiesta più bizzarra di un armatore che avete dovuto esaudire?

Non parlerei di richieste bizzarre. Da noi i protagonisti sono gli armatori, con cui collaboriamo in tutte le fasi di realizzazione dei progetti. Le innovazioni presenti sui nostri yacht partono spesso da loro richieste che noi cerchiamo di concretizzare in prodotti unici.

In generale, la tendenza del mercato indica, a livello globale, una richiesta sempre più marcata di yacht dalle forme non convenzionali, tant’è vero che gli Explorer stanno conquistando sempre di più il mercato sia per le loro performance che per il layout.

Noi sviluppiamo concept in linea con i nostri standard qualitativi e di performance. L’innovazione stilistica senza dubbio ci appartiene: ogni nostro yacht è unico e siamo costantemente tesi alla ricerca di nuove soluzioni creative.

Costantino, lei ama ripetere che “i grandi sogni non devono mai finire”. E con l’acquisizione di Perini Navi avete ridato vita a un sogno, dando un futuro ad un marchio bandiera del made in Italy. Quali sforzi vi aspettano ora per riportare in auge la produzione di megayacht a vela Perini?

L’acquisizione di Perini Navi ha consentito a The Italian Sea Group di consolidarsi nel segmento dei grandi yacht a vela, in cui aveva già una presenza rilevante grazie alla produzione in cantiere di uno dei catamarani più grandi al mondo, di 46,5 metri di lunghezza e 18 metri di larghezza.

Al momento, abbiamo 5 yacht a vela in portafoglio con questo brand, tra cui due ketch di 56 metri, commesse acquisiste lo scorso dicembre. Pensiamo, inoltre, di chiudere l’anno con altri due contratti. Al netto dei nuovi ordini, siamo convinti che il nostro percorso con Perini Navi ci garantirà maggiore visibilità in un segmento di mercato in cui la domanda è forte e dinamica. Siamo confidenti di aver fatto la scelta giusta, spinti da un incoming order che ha superato le previsioni del 50%.

Cosa ha spinto il vostro gruppo ad essere così determinato nell’acquisizione di Perini Navi?

L’acquisizione di Perini Navi rappresenta un traguardo di eccezionale importanza strategica per TISG. Ho voluto fortemente questa operazione perché si sposa con la nostra strategia di crescita e con le nostre competenze nel settore della vela, già riconosciute dal mercato.

Inoltre c’era la necessità di aumentare gli spazi, visto che l’ampliamento delle zone produttive di Carrara non basta per coprire tutto l’order book. L’acquisizione di due sedi serve per dare respiro alla crescita e migliore gestione logistica. Ci sono tutte le basi e le competenze per valorizzare in maniera appropriata i marchi Perini Navi e Picchiotti.

Con questa integrazione TISG potrà far leva su un forte know-how interno sviluppato nel business degli yacht a vela e su una comprovata esperienza nella valorizzazione di asset e brand acquisiti, come dimostra la forte crescita realizzata attraverso il rilancio di Admiral e Tecnomar.

La valorizzazione di Perini Navi sarà favorita anche dal fatto che la debacle della società non ha coinvolto il valore del marchio, che è rimasto intatto, come dimostrano i prezzi registrati nelle più recenti compravendite sul mercato secondario. La completa integrazione dei due team contribuirà a creare e consolidare una cultura interna nei progetti di costruzione e refit di yacht a vela.

Nel vostro Gruppo, a partire dal nome, c’è tanto made in Italy. Ma da dove arriva la vostra clientela?

Il nostro mercato è globale e i nostri armatori provengono da tutto il mondo. Siamo entrati ufficialmente nel mercato americano degli yacht di grandi dimensioni, consolidando la posizione di TISG come player globale di riferimento nel segmento dei mega yacht, con la vendita dell’Admiral Galileo di 82 metri.

Il comparto della nautica è tornato ad essere molto dinamico ed il segmento dei mega yacht si è dimostrato più resiliente rispetto ad altri settori, anche perché la clientela fidelizzata è internazionale e costituita da soli Ultra High Net Worth Individuals, meno esposti a scenari economici recessivi.

Parlando di yacht oltre i 100 metri, solitamente si pensa subito alla Germania e all’Olanda che, nonostante il problema dei canali che dividono i cantieri dal mare, sono leader in questo settore. Secondo lei perché l’Italia non dimostra tutto il suo know how nella cantieristica nautica anche in questo segmento?

Credo che ogni azienda scelga il segmento di mercato in cui vuole competere sulla base di molteplici elementi. Noi abbiamo scelto di specializzarci nel segmento degli yacht di grandi dimensioni e il mercato ci sta dando ragione.

Il 2021 è stato estremamente positivo e rappresenta di fatto la capitalizzazione di un percorso, iniziato nel 2009, che ci ha accreditato in un posizionamento internazionale di nicchia sia qualitativo che dimensionale, i megayacht, un segmento di mercato che, a livello progettuale e produttivo, è il più difficile ma anche il più selettivo.

Il tema della sostenibilità cosa vuole dire per lei e come si declina concretamente all’interno del cantiere?

Abbiamo avviato un percorso di transizione ecologica che investe ogni aspetto del cantiere. Con riferimento alla produzione, oltre al motore ibrido, già previsto su metà delle commesse, in cui l’energia cinetica prodotta dal movimento degli yacht viene trasformata in elettricità per il motore stesso, TISG è impegnata nello sviluppo della propulsione a idrogeno.

In cantiere abbiamo sviluppato un’estrema attenzione rispetto all’ambiente e alla gestione della diversificazione dei rifiuti, costruendo un’isola ecologica e stiamo sempre più puntando sulle energie rinnovabili per supportare quasi totalmente il nostro fabbisogno interno.

Da qui a giugno del prossimo anno tutti i nostri capannoni, un totale di 60mila metri quadrati, saranno coperti da pannelli solari. Questo ci darà la possibilità di produrre in autonomia il 50% del fabbisogno aziendale.

Grande attenzione viene data anche alla formazione dei nostri dipendenti e alle donne: abbiamo 100 donne in azienda, vale a dire il 20% del nostro organigramma aziendale, e da noi non esiste divario tra lo stipendio femminile e quello maschile. Senza dimenticare la sostenibilità verso il territorio, dai progetti benefici agli interventi di abbellimento urbano. Il nostro concetto di sostenibilità è davvero a 360 gradi.

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