THE ITALIAN SEA GROUP, GLI ORDINI ARRIVANO A 1 MILIARDO

The Italian Sea Group, ordini saliti a 1 miliardo Nautica Ricavi in salita anche grazie all’acquisto di Perini Navi concluso lo scorso gennaio.

Vendite in aumento negli Usa dove Tisg ha inaugurato il primo flagship in agosto

È arrivato a sfiorare un miliardo di euro il portafoglio ordini globale di The Italian Sea Group.

Raoul de Forcade

The Italian Sea Group (Tisg), il cantiere specializzato nella costruzione di grandi yacht da 50 a 140 metri, guidato da Giovanni Costantino. Al quartier generale di Marina di Carrara si sono appena aggiunti – con l’acquisto, a gennaio, di Perini Navi – i siti della Spezia e Viareggio che stanno contribuendo allo sviluppo dell’azienda in settori di produzione che inizialmente non facevano parte del core business, come gli yacht da 24 a 50 metri in alluminio, in fase di realizzazione col marchio Picchiotti. Inoltre è in corso un ampliamento degli spazi produttivi dell’area di Carrara, con investimenti già avviati per 50 milioni. «Siamo entrati nei cantieri di Perini a febbraio di quest’anno – spiega Costantino – e la produzione di quei siti vale già il 12% del fatturato globale di Tisg (che ammonta a 133 milioni di euro nel semestre, +64% rispetto allo stesso periodo del 2021, ndr). A questo ha contribuito il fatto che abbiamo preso la commessa per il 60 metri a vela del patron di Oracle (Larry Ellison, ndr) la cui costruzione si era interrotta col fallimento della Perini ed era rimasta al 40%. Lo consegneremo a marzo 2023». I risultati, sottolinea Costantino, sono arrivati nonostante l’impennata dei prezzi dell’elettricità («con bollette salite da 300mila a quasi 700mila euro al mese»), del gas e delle materie prime. «Per fortuna – dice – tra i lavori in corso in cantiere, c’è il progetto di copertura di tutti gli edifici a Carrara con pannelli solari. Al momento siamo al 35% degli spazi e questo ci fa risparmiare 75mila euro al mese di elettricità. Con l’estensione a tutto il cantiere arriveremo a un risparmio di 200mila euro al mese». Un’altra fonte di risparmio, secondo Costantino, è la decisione, presa sei anni fa, di non partecipare ad alcun salone nautico nel mondo: «I risultati mi hanno dato ragione. I nostri clienti, che comprano barche di altissima gamma, non vengono alle fiere: con loro abbiamo rapporti diretti. Non andare ai saloni significa risparmiare molti milioni di euro ma anche non svuotare di risorse l’azienda, in occasione delle manifestazioni». Scelte molto nette, dunque, che però hanno dato risultati: «Il nostro orderbook – afferma il patron di Tisg – era di 922 milioni al 30 giugno; oggi è cresciuto e siamo vicinissimi a un miliardo di portafoglio. E confermiamo la guidance per il 2022 (con ricavi tra 280 e 295 milioni, ndr). Per quanto riguarda la produzione, chiosa, «il marchio Admiral continua nella tradizione di realizzare gli yacht sopra i 55 metri. Tecnomar prosegue con la strategia delle barche sportive veloci sotto i 50 metri. E sta producendo il 20 metri per Lamborghini, la cui produzione entro metà ottobre sarà spostata tutta alla Spezia, al ritmo di uno al mese, con il portafoglio ordini pieno fino al 2023 e completo anche per il primo semestre del 2024. Le vendite sono in tutto il mondo, con un particolare interesse negli Usa». E proprio negli Stati Uniti Tisg ha inaugurato in agosto il primo flagship a East Hampton, Long Island, realizzato con la collaborazione con Fgi Yacht Group e Frank Grzeszczak, direttore vendite America per i brand Admiral e Tecnomar. Per quanto riguarda, poi, il comparto refit, spiega Costantino, «rispetto al 30 giugno 2021, chiudiamo col 140% in più di ricavi, a 23,1 milioni». Ma è sul marchio Picchiotti che l’imprenditore concentra attenzione. «Con Picchiotti stiamo entrando in un nuovo, per noi, modello di business: la produzione seriale. I competitor per questo usano la vetroresina. Noi faremo barche in serie totalmente in alluminio, da 24 a 50 metri. Ne consegneremo tre nel 2024, otto nel 2025, otto nel 2026. E il mercato più importante saranno le Americhe». Riguardo all’ampliamento di Carrara, Costantino ricorda che, tra l’altro, sono stati aggiunti 600 metri di banchina, costruiti due nuovi capannoni e un bacino in più «e ora stiamo completando un ulteriore nuovo capannone, di 35 metri per 200, che sarà finito a dicembre». Per quanto attiene all’ambiente, infine, «delle 19 navi attualmente in produzione, 12 sono dotate di diesel elettrico o ibride, con emissioni in atmosfera allineate a quelle di una Porsche. Stiamo poi facendo investimenti in ricerca e sviluppo per giungere a un motore full electric con propulsione a idrogeno. Su Perini, peraltro, per gli spostamenti in porto siamo già giunti a un sistema full electric»