Milano Finanza – Navigare tra le star

8 Aprile 2024

di Emerick de Narda

Giovanni Costantino

Con una vendita accelerata di azioni The Italian Sea Group ha raggiunto l’obiettivo: ora ha il flottante necessario per passare al segmento della borsa dedicato alle mid cap. Parla l’ad Costantino.

In soli 15 anni, partendo da una piccola società, è riuscito a creare un gruppo da oltre 500 milioni di capitalizzazione, diventato simbolo di eccellenza nella nautica e nel Made in Italy. La storia di Giovanni Costantino, fondatore e amministratore delegato di The Italian Sea Group, è quella di un uomo che ha sempre seguito i propri sogni e ora, dopo anni di duro lavoro, si può dire che li viva. Partito nel 2009 con l’acquisizione del marchio Tecnomar, società in grave dissesto finanziario, in pochi anni Costantino l’ha risanata per poi passare all’acquisizione del gruppo Admiral (2011) e Nuovi Cantieri Apuania (2012), andati a formare l’architrave del gruppo di The Italian Sea Group (2013). A completare (per ora) il portafoglio marchi del gruppo arrivano poi Perini Navi (2022), Picchiotti (2022) e l’acquisizione di Celi 1920 (2023).

Domanda. Partiamo dalla fine, dall’operazione di accelerated bookbuilding del 27 marzo che ha portato la sua holding Gc Holding a vendere l’8,7% del capitale di Tisg, facendola scendere dal 62,29% al 53,6% del capitale . Qual è la ratio dell’operazione? Ha deciso di fare cassa? Hai bisogno di capitali?

Risposta. Assolutamente no, l’operazione di Abb è stata necessaria per raggiungere un livello di flottante adeguato per soddisfare i requisiti necessari per passare sul segmento Star di Borsa Italiana/Euronext. D. Quali sono le tempistiche per la trascrizione? R. Tutta la squadra sta lavorando per arrivare al traguardo dello Star prima delle vacanze estive, a luglio. E’ un obiettivo importante che ci eravamo posti sin dall’ipo, avvenuta nel giugno 2021, e rappresenta un’opportunità per ampliare ulteriormente la visibilità del nostro titolo verso investitori di alto profilo in Italia e all’estero.

D. Rilevare 15 anni fa una società che attraversava una pesante crisi finanziaria e arrivare a creare un gruppo da oltre 500 milioni di capitalizzazione è un bel traguardo

R. La soddisfazione è stata soprattutto salvare le maestranze italiane che altrimenti sarebbero andate perdute. Ad ogni modo, questo è solo l’inizio, perché abbiamo intenzione di crescere ancora come ben evidenzia il nostro portafoglio ordini al 31 dicembre 2023 pari a 1,2 miliardi di euro con consegne programmate sino al 2027. Attualmente sono in produzione 34 commesse, suddividersi in 24 mega yacht e 10 Tecnomar per Lamborghini 63.

D. Parliamo allora di risultati. Il 2023 porta in dote un dividendo per gli azionisti di 0,37 euro per azione pari a un payout ratio del 53%

R. Il 20 maggio effettivamente pagheremo circa 19,6 milioni di euro di dividendo, un ammontare considerevole rispetto all’utile netto di 37 milioni. Il nostro fatturato si è attestato a 364 milioni di euro ma è solo l’inizio perché nel nostro piano industriale abbiamo l’ambizione di raggiungere una forchetta tra 400 e 420 milioni di euro nel 2024 e 430-450 milioni nel 2025 e perciò ci sarà ulteriore spazio per soddisfare gli azionisti.

D. Quali sono le caratteristiche che portano un cliente a scegliere uno yacht della Tisg?

R. La risposta è semplice: la qualità del made in Italy. Più dell’80% dei nostri fornitori ha sede in Italia, con circa il 30% costituita da piccole aziende artigianali provenienti dal distretto nautico della Toscana e della Liguria. Apprezziamo molto queste piccole imprese che lavorano con noi da tempo, al punto che alcune di esse sono diventate per noi quasi dei partner aziendali.